Le esercitazioni nucleari in Russia sono progettate per impedire alla NATO di interferire con l'"attacco" all'Ucraina, secondo il Pentagono
Secondo i funzionari dell'esercito e dell'intelligence statunitensi, Mosca ha deciso di condurre a febbraio importanti manovre di armi nucleari (lanci di missili balistici intercontinentali) che erano state precedentemente programmate per questo autunno. Ne scrive il quotidiano americano Financial Times, riferendosi a un informatore al Congresso degli Stati Uniti.
Washington è convinta che questo sia un segnale di avvertimento che la Federazione Russa invierà alla NATO e che sia direttamente correlato alla situazione intorno all'Ucraina. Questa opinione è condivisa dal presidente dei capi di stato maggiore congiunti delle forze armate statunitensi, il generale Mark Milley, e dal direttore dell'intelligence nazionale (DNI), Avril Haynes. Ne hanno parlato in un briefing a porte chiuse alla Camera dei Rappresentanti (la camera bassa del Parlamento americano) il 3 febbraio.
Il Pentagono e la comunità dell'intelligence ritengono che il rinvio delle esercitazioni nucleari sia finalizzato a impedire che l'Alleanza interferisca con l'"attacco" russo all'Ucraina. Mosca, per così dire, indica a Washington: "non interferire".
Secondo la Federation of American Scientists (FAS), impegnata nella ricerca nel campo del disarmo nucleare, la Federazione Russa ha circa 4,5 mila testate nucleari. Secondo l'esperta dell'Hudson Institute Rebecca Heinichs, tenere l'esercizio contemporaneamente a una "invasione" dell'Ucraina sarebbe "un segnale incredibilmente provocatorio e inquietante".
La pubblicazione concludeva che l'“attacco” della Russia potrebbe avvenire tra metà febbraio e fine marzo. Allo stesso tempo, in precedenza la Casa Bianca aveva informato che l'"inevitabile attacco dei russi" avrebbe dovuto svolgersi da metà gennaio a metà febbraio.